Curiosità: due mondi a confronto. Cosa c’era nella siringa fatta al petto a chi si arruolava nell’esercito? Perché oggi si ha timore di tutto?

Di Barsanofio Erario

Proviamo a mettere i due mondi a confronto. Il passato e il presente. Perché abbiamo timore del vaccino? In passato chi era chiamato a svolgere il servizio militare era obbligato a fare quel “vaccino”. Cosa conteneva? A cosa serviva? Le reazioni? . Oggi perché abbiamo così tanto timore della scienza?

Foto dal web

Chiamato “TABTE” temuto da molti giovani maggiorenni appena arrivati a svolgere il servizio militare. La composizione del prodotto in questione era e tutt’ora è un vaccino tetravalente per : tifo A, tifo B e Tetano. Niente di più e niente di meno. Una prima somministrazione veniva fatta il primo mese dura il CAR; la seconda entro 30 giorni e la terza dopo sei mesi dalla prima e comunque prima di una anno sempre dalla prima somministrazione. Questo vaccino serviva pertanto a proteggerci dal tetano, dal tifo A e da quello B. Ancora oggi qualcuno si reca in farmacia a chiedere quel vaccino perché vuole proteggersi dall’ influenza ma questa è una concezione sbagliata di usare i farmaci. Per l’ influenza c’è il vaccino antinfluenzale, e per le altre malattie infettive c’ è il corrispondente vaccino se è stato scoperto. 

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Numerose testimonianze raccolte, ve ne allego una, Pietro Gabbrielli scrive : “Durante la leva veniva anche, almeno nel 1973 quando ero nella infermeria della caserma, ripetuto con un richiamo poteva dare reazioni importanti nonostante fosse iniettato nel sottocute a livelli del petto. In un anno ho vaccinato o visto vaccinare circa 1200 commilitoni …due reazioni avverse importanti, una cinquantina di reazioni lievi è più di 100 svenimenti al momento dell’iniezione …85 prima della puntura…14 dopo … 1 sola con l’ago infisso . In quei tempi vi era ancora l’obbligo, nei regolamenti militari, del richiamo della vaccinazione antivsiolo . Si sapeva però già che il virus del vaiolo era scomparso per cui la vaccinazione era comunque pericolosa, certamente inutile ma obbligatoria…si faceva quindi finta di farla con acqua distillata sfiorando appena il braccio con uno specillo…ci furono comunque una diecina di ragazzi che vennero a marcare visita causa il dolore ed i problemi dati da un vaccino che non sapevano di non aver fatto”.

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Erano cause soggettive, alcuni avevano febbre a 40 ma dipendeva dal fisico del vaccinato. Non vi erano neanche gli strumenti odierni stesso ago bollito in acqua calda per “disinfettare” e stessa siringa in vetro. Dato di fatto, obbligatorio con numerosi effetti collaterali veniva somministrato con la leggenda metropolitana “della puntura salva vita”. Sicuramente non vi era l’informazione dei giorni d’oggi.

VACCINI ANTI COVID OGGI

Un argomento così trattato da tutti ormai divenuto causa di innumerevoli discussioni, colpa di un terrorismo mediatico?

Partiamo innanzitutto dal spiegare che i tempi brevi che hanno portato alla registrazione rapida sono stati resi possibili grazie alle ricerche già condotte da molti anni sui vaccini a RNA, alle grandi risorse umane ed economiche messe a disposizione in tempi rapidissimi e alla valutazione delle agenzie regolatorie dei risultati ottenuti man mano che questi venivano prodotti e non, come si usa fare, soltanto quando tutti gli studi sono completati. Queste semplici misure hanno permesso di risparmiare anni sui tempi di approvazione.

La dottoressa Elena Azzolino della Direzione Medico Sanitaria di Humanitas spiega:

“Una singola particella (virione) del virus SARS-CoV-2 ha forma rotondeggiante e sulla sua superficie presenta delle “punte” che fanno così assomigliare il virus a una corona (da cui il nome Coronavirus). Sulle punte è presente la proteina Spike in grado di legarsi all’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2): un enzima coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna e che si trova sulle cellule dell’epitelio polmonare dove difende i polmoni dai danni causati da infezioni e infiammazioni. Il virus, legandosi ad ACE2, entra nella cellula e impedisce all’enzima di compiere il proprio ruolo protettivo.

La proteina Spike rappresenta dunque una “chiave” che permette l’accesso del virus alle cellule dell’organismo attraverso l’angiotensina 2 (ACE2), che funge da “serratura”.

All’interno della cellula, il virus rilascia il proprio codice genetico virale (RNA) e costringe la cellula a produrre proteine virali che creano nuovi coronavirus: questi a loro volta si legano ad altre cellule portando avanti l’infezione.

Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e quindi impedisce l’infezione delle cellule.

Una volta iniettato il vaccino, l’mRNA viene assorbito nel citoplasma delle cellule e avvia la sintesi delle proteine Spike. La loro presenza stimola così la produzione, da parte del sistema immunitario, di anticorpi specifici. Con il vaccino dunque, non si introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio (e quindi il vaccino non può in alcun modo provocare COVID-19 nella persona vaccinata), ma solo l’informazione genetica fondamentale alla cellula per costruire copie della proteina Spike.

La vaccinazione inoltre attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere a ulteriori esposizioni al virus SARS-CoV-2: se in futuro la persona vaccinata dovesse entrare in contatto con il virus, il suo sistema immunitario ne avrà memoria, lo riconoscerà e si attiverà per combatterlo, bloccando le proteine Spike e impedendone l’ingresso all’interno delle cellule.

Una volta compiuta la propria missione, l’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada naturalmente pochi giorni dopo la vaccinazione. Non c’è pertanto alcun rischio che entri nel nucleo delle cellule e ne modifichi il DNA”.

Causa di numerevoli scontri il caso “Astrazeneca” che come tutti ben sappiamo è stato sbloccato nuovamente dopo un caos mediatico internazionale. L’azienda finita sotto i riflettori per reazioni avverse al vaccino con rari casi di trombosi, ma da accertare la correlazione con il vaccino.

Lo si evince dal comunicato ufficiale Ema: L’Agenzia europea del farmaco Ema dice che il vaccino anti-Covd di AstraZeneca è sicuro ed efficace. “I benefici – dice la direttrice Emer Cooke – sono superiori ai rischi. Il vaccino non è lagato a rischio trombosi”. Per la commissione clinica dell’Ema il vaccino “non può essere associato a un incremento degli eventi di trombosi”, ha chiarito Cook.

Ma allora perché questi timori continuano a devastare le menti della popolazione? Sicuramente passiamo molto tempo a curiosare a informarci in modo sbagliato, a prendere per giusto ciò che ognuno di noi riesce a evidenziare per giusto. Manchiamo di fiducia nella scienza, è forse il momento di essere più tenaci e forti e metterci nelle mani della scienza. Viviamo in una Pandemia mondiale, dove l’unica speranza di uscita sarà la vaccinazione per poter tornare a svolgere una vita normale, quella che ormai sembra un lontanissimo e malinconico ricordo.
Ho provato ad evidenziare i due vaccini, i due mondi quello di ieri e di oggi, per trasmettere un po’ di tranquillità alle vostre, nostre menti, devastante da una guerra mediatica. Oggi più che mai la scienza deve fare il suo percorso.